In questa calda estate, dove gli allenamenti vanno scemando con la consapevolezza di quanto finora fatto, decido di non lasciarmi scappare l'undicesima edizione della Jennesina.
Al venerdì sapevo avere una cena alle fraschette di Ariccia coi colleghi di lavoro e decidevo di andare perché tanto la Jennesina è caratterizzata da una partenza pomeridiana, sapevo di dovermi solamente contenere col vino ma che poi sarebbe stata un buon pretesto per smaltire tossine e grassi! :)
L'anno scorso ero con Ania ad aspettarmi all'arrivo, dove poi trascorreremo una piacevolissima serata a Jenne e godremo di un delizioso gelato a Subiaco al ritorno verso casa, quest'anno è lontana, in Abruzzo alle prese col suo primo lavoro italiano.
Come l'anno scorso l'intenzione era quella di parcheggiare l'auto su a Jenne e correre lungo i 10km di discesa come riscaldamento e così farò.
Il paesaggio che ti accompagna lungo quei tornanti è qualcosa che fa bene al cuore e all'anima, motivo per cui decido di prendere parte per la quarta volta a questa manifestazione; mi fa stare bene, più di altre gare sulla stessa distanza, è qualcosa di unico: 10.2 km di cui 8 dei quali in salita lungo i tornanti per terminare in discesa fino al centro di Jenne.
Quest'anno a differenza dell'anno scorso, già nei km di discesa verso lo start le gambe erano dure e l'andatura lenta. Me ne preoccupavo poco, questa gara per me non è una gara ma un pretesto per godere del gesto atletico in uno scenario unico e così farò; lungo la discesa ammiravo i panorami dei Monti Simbruini, le bellezze dei Monasteri incastonati ed irraggiungibili nella montagna, tutto veramente suggestivo!
Mentre scendevo incontrerò tanta gente che in ritardo saliva su in auto verso Jenne, per poi attendere il servizio navette dell'organizzazione. Come ogni anno va peggiorando la puntualità dello start previsto alle 18. Non capirò mai il perché la gente se ne infischi dei regolamenti, per due anni consecutivi mi organizzo in modo tale da andare su a Jenne a lasciare l'auto e scendere di corsa allo start, dove c'è sempre da aspettare che i ritardatari cronici possano avere il tempo di dettare tempi e modalità per tutti i partecipanti! Assurdo! Gara tanto bella quanto odiosa per questi motivi, ma vuoi per gli scenari, vuoi per il pomeriggio di un sabato di inizio estate, decido per la quarta volta di essere presente!
SBANG, partiti!
Cerco di trovare un'andatura che mi faccia salire senza chiedere troppo alle mie dure gambe e restava lenta senza riuscire a correre in modo brillante. Poco mi importava, il time finale sarebbe stato specchio di quanto il mio corpo ed il mio IO sono disposti a dare in questa fase della stagione/giostra podistica.
Ho corso senza spremermi ed il time finale è specchio della rilassatezza obbligata dalle rigide gambe, 1:01:08 recitava il display al mio arrivo, a dispetto delle precedenti edizioni corse:
2015 56:01
2014 58:56
2011 52:45
È facile riconoscere che quest'anno qualche problemino c'è stato. Le gambe sono pesanti e continua un problema al polpaccio sx che mi porto dietro da dopo la 50 di Romagna di aprile scorso, quei 5 km di discesa a tutta hanno fatto danni, ed inizia ad essere una realtà da prendere in considerazione.
I quasi 9' di differenza col 2011, racchiudono tutte le differenze dettate dalla preparazione di un 5000 per tentare di scendere sotto i 20' alla Race for the cure di quell'anno (mancato per 47'') , con i tanti tanti tanti km corsi in questi ultimi 5 anni, comprensivi di 3 Passatore.
Questa grande differenza mi sta spingendo a riflettere che forse sto tralasciando troppo la velocità ed anche il fastidio al polpaccio!
Vedremo che succederà, forse è tempo di Trails ma prima devo controllare che succede alla mia gamba sinistra nella parte posteriore: maledetta discesa!
Fingers crossed
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